La passione per il calcio a Napoli, città dove Maradona ha dato il meglio di se stesso

7 Aprile, 2020
Autor: Gilbertini Gamberini

Come si fa a spiegare a chi non è napoletano purosangue cosa significa la vera passione per il calcio e per la difesa dei colori della propria città? Come si fa a descrivere una serie di emozionanti domeniche di pathos e di gioia incontenibile trascorse in mezzo a gente di ogni tipo, immergendosi in scenari di vero e proprio folklore popolare che catturano l’anima e restano per sempre dentro?

Ci proveremo in questo piccolo viaggio all’interno di quella che oggi viene amorevolmente chiamata ‘la giostra azzurra’, ovvero la squadra del Napoli, una vera e propria ‘malattia incurabile’ per i suoi sostenitori più sanguigni.

Bisogna fare un passo indietro fino alla ‘questione meridionale’ per capire quanto sia risentito questo popolo nei confronti del Nord e della sua voglia di imporsi ad ogni costo; tifare Napoli infatti non significa soltanto desiderare la vittoria della propria squadra del cuore, ma vuole anche simboleggiare un tentativo di rivalsa verso quelli che ancora oggi vengono considerati come usurpatori e sfruttatori delle ricchezze del Sud ai tempi dell’unità d’Italia, la voglia matta di veder vincere il popolo contro il potere sovrano, i poveri contro i ricchi.

In questo scenario, ed abbracciando in toto gli ideali della squadra e di tutta una città, fece il suo arrivo trionfale a Napoli Diego Armando Maradona, Dio indiscusso del calcio terrestre ed extraterrestre e vero e proprio ‘paladino della giustizia’ sotto tutti i punti di vista.

napoli

Origini della Società Sportiva Calcio Napoli

La ACN (Associazione Calcio Napoli) fu fondata nel 1926, per poi cambiare il nome in ‘Società Sportiva Calcio Napoli’ nel 1964, ed il suo esordio nel campionato nazionale di calcio avvenne proprio in quello stesso anno, ma fu purtroppo caratterizzato da una repentina retrocessione nella serie inferiore. Il successivo acquisto dell’attaccante italo-paraguayano Attila Sallustro sistemò un poco le cose, ed i tifosi azzurri ebbero modo di vivere periodi sportivi ‘relativamente tranquilli’ permanendo nella massima divisione.

Nel 1936 si registra l’ingresso in società del comandante Achille Lauro, ricco armatore napoletano che abbracciò la grande voglia di successi del popolo azzurro, ma che mai fu in grado di vincere nulla. Nel 1950, dopo un altro paio di anni in seconda categoria, il mister Eraldo Monzeglio riportò la squadra in serie A, e regalò ai tifosi azzurri un lungo periodo di tranquillità e qualche piccola soddisfazione come potevano essere un quarto ed un quinto posto.

Maradona

Gli anni prima di Maradona

Nel 1959 viene inaugurato nel quartiere di Fuorigrotta lo stadio San Paolo, con una capienza di 67.500 posti che, alla fine, sono risultati addirittura pochi; reduce infatti da altri due anni in serie B, il Napoli fu affidato nelle mani di Bruno Pesaola, il quale non solo l’anno successivo vinse il campionato di categoria e lo riportò nella massima serie, ma si impose anche nella Coppa Italia.

Nel 1964 il Napoli diventa una S.p.a. ed inizia ad investire seriamente sul parco giocatori acquistando calciatori di fama mondiale come Zoff, Sivori, Josè Altafini; i risultati non si fanno attendere e la squadra azzurra inizia a stazionare sempre più nelle parti alte della classifica, quelle tra il sesto ed il secondo posto… quelle che portano a giocare in Europa.

Scorrendo velocemente avanti nel tempo, senza però dimenticare nomi storici che hanno vestito la maglia azzurra come Clerici, Burgnich, o il mitico capitano Giuseppe Bruscolotti (soprannominato poi ‘palo ‘e fierro’ per la rudezza di alcuni suoi interventi), il grande Vinicio ed il maestoso difensore olandese Ruud Krol, Bagni, Garella, Renica…giungiamo finalmente al 30 Giugno 1984, storica data per la città di Napoli e per tutta l’Italia: arriva el Pibe de Oro!

Maradona

Da Maradona al Napoli di oggi

Pagato la allora roboante cifra di 15 miliardi delle vecchie lire italiane (appena 7,5 milioni di euro attuali), Maradona fu acquistato dal Barcellona e presentato al San Paolo davanti a 70.000 persone nell’estate del 1984; dopo i primi due anni sofferti in un Napoli che andava via via cercando la sua identità e che continuava a fare nuovi innesti in squadra (Giordano, Careca, Alemao), il Re del calcio prende finalmente la squadra per mano e la conduce alla vittoria del suo primo, storico, indimenticabile, indiscutibile, entusiasmante, strameritato scudetto.

La città impazzì di gioia e fu letteralmente invasa da centinaia di migliaia di persone colorate d’azzurro e strafelici; caroselli di auto e carri con a bordo decine di persone in festa, enormi tavolate fatte nei quartieri più popolari, murales e dipinti di ogni genere a decorare ogni angolo di una Napoli vincente.

L’era di Maradona a Napoli si concluse ancora più felicemente, ovvero con la conquista della Coppa Uefa dopo una avvincente finale di andata e ritorno contro lo Stoccarda, a cui fece seguito anche l’affermazione nella conseguente Supercoppa italiana, con la vittoria per 5-1 contro la Juventus di Roberto Baggio. Maradona lasciò Napoli nel 1991, il resto è storia.